4) Roma caput mundi

•October 8, 2009 • 1 Comment

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Ho appena cominciato a scrivere su questo nuovo blog e già mi sono rotto le scatole di parlare di politica e di cose che non vanno.

Forse perché le cose che non vanno sono miliardi e forse perché anche le mie parole volano esattamente come dicevano i latini… verba volant!

Scripta manent dicevano loro, ma le cose che scrivo, soprattutto quelle che non vanno, le denunce a questo paese di corrotti e magnaccia e raccomandati etc… mi lasciano esattamente al punto dal quale ero partito… fisicamente intendo, ovvero quando ho preso l’ottima decisione di venire in Australia.

Così ho deciso che forse è meglio scrivere cose diverse, cose che mi fanno meno male allo stomaco, insomma cose positive.

Ma come?! Positive? Mi sono spiazzato da solo! Sono sempre teso ed orientato nell’osservare criticamente le cose negative, ma non sono preparato a parlare di cose positive!

Forse non ci sono cose positive in Italia?

Ce ne sono, ma guarda caso riguardano casi isolati, riguardano più aspetti isolati e ristretti, mentre le cose negative le puoi riscontrare con maggiore facilità, in qualsiasi momento del giorno della notte, basta solo fare un giro a piedi o in auto per qualsiasi strada italiana, oppure basta seguire uno qualsiasi dei telegiornali e riguardano la collettività, la maggioranza, insomma come direbbe qualcuno rappresentano lo specchio della società.

Ed è proprio questo il problema, io non mi riconosco in questo specchio o meglio non mi riconosco in quello spaccato di società che i media vogliono spacciarci come realtà.

Preferisco pensare ad aspetti di vita privata votata ad esempio all’aiuto del prossimo, per esempio ai volontari della Croce Rossa o della Protezione Civile.

Preferisco pensare che oltre a questa massa informe di 1 milione di politici ladroni che usano oltre mezzo milione di auto blu, ci sono gruppi di persone che decisono di vivere in piccole comunità e producono per il solo sostentamento personale facendo attenzione a rivalutare territori abbandonati con scelte consapevolmente biocompatibili.

Già sapevo che nel Canavese (nord di Torino) esiste la comunità di Damanhur, della quale penso un gran bene, tranne che per alcuni aspetti diciamo “dubbi” sulla gestione patrimoniale degli averi dei mebri della comunità, averi che vengono “intestati” alla comunità e che vengono utilizzati esclusivamente dalla medesima.

Ciò che non sapevo è che ci sono altre comunità in talia che decidono di convivere, lavorando e vivendo di ciò che riescono a produrre, senza chiedere niente a nessuno adottando forme diverse di convivenza e socialità in forma laica diversa da quella de Damanhur che osservano un culto particolare per il quale hanno anche costruito un tempio sotterraneo gigantesco.

Molte di queste comunità non arrivano ai numeri della Damanhur ad esempio Nomadelfia (Grosseto) ed alcune sono piccolissime e contano solo 10 o 20 persone.

Aldilà delle dimensioni è bello sapere che si può vivere senza un’auto personale e senza un casa propria, ma invece condividere spazi comuni come cucine refettori, sale di proiezione, laboratori etc…  passando il tempo a produrre in virtù delle proprie capacità fisiche e manuali senza per questo sentirsi inferiori o superiori a nessuno e percependo uno stipendio minimo uguale per tutti indipendentemente dal ruolo e dal lavoro svolto.

E’ bello sapere che queste persone vivono cercando di ingegnarsi a produrre rispettando l’ambiente e cercando di riciclare tutto dall’acqua ai residui organici alimentari e… umani.

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Tutto questo condito dall’utilizzo di tecnologie biocompatibili che fanno uso di pannelli solari, fotovoltaici, concimi e pesticidi naturali.

Aldilà del biologico che sembra oggi diventata la frontiera tecnologica di ciò che un tempo rappresentava la normale metodica di coltivazione, c’è di buono che si può immaginare un mondo diverso, meno inquinato e più accogliente dove l’uomo non s’abbruttisce ed imbarbarisce nella quotidiana lotta che lo vuole vittima o carnefice, oppresso od oppressore, sopraffatto o soverchiatore.

Che bello sarebbe scoprire che un giorno ipotetico ed improbabile queste realtà diventassero la regola mentre i ladroni della Roma Caput Mundi rapresentassero l’eccezione.

Intanto v’invito a visitare il sito delle comunità italiane:

http://www.mappaecovillaggi.it

3) Smemoranda

•September 15, 2009 • Leave a Comment

Abbiamo sicuramente perso la testa o la memoria o … entrambe.

Leggo un articolo del Corriere che fa un po’ il punto su due “gentiluomini” e illustri pensionati, entrambi insigniti di “titoli nobiliari” : Calisto Tanzi e Duilio Poggiolini ve li ricordate?

A distanza di 6 anni dal crac con buco da 15 miliardi, 40 mila risparmiatori truffati e bond Parlamat il cui valore si riduse a quello della spazzatura, ebbene il reo confesso Tanzi,

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ha avuto una condanna di primo grado di dieci anni per aggiotaggio e altri capi d’accusa mentre a Parma ha patteggiato due anni per la bancarotta della Eurolat, mentre è ancora in corso il processo sulla bancarotta del gruppo Parmalat.

Ebbene questo signore è Cavaliere del Lavoro dal 1984.

Inoltre questo “signore” è anche medaglia d’oro dal 1988 come benemerito della cultura e dell’arte in quanto persona che ha dato lustro alla Nazione.

Passiamo al secondo “signore”

Duilio Poggiolini, il boss della malasanità,

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l’uomo dei lingotti d’oro, oggi imputato nel proces­so napoletano sul plasma infetto che avrebbe causato 2.605 morti tra il 1985 e il 2008.

Anni fa, nel corso delle indagini della tangentopoli sanitaria, gli perquisirono la casa impiegarono dodici ore a catalogare il tesoro, nascosto anche nei materassi e nel pouf.

Ebbene questo signore è Grande ufficiale al merito della Repubblica dal 1977.

Questo “signore”è stato insignito del riconoscimento quale “Benemerito della salute pubblica” con il grado più alto: “Medaglia d’oro al merito della sanità pubblica”.

A parte i titoli e le malefatte cos’hanno in comune questi due “signori”?

Almeno altre tre cose…

innanzitutto sono ancora in libertà,

secondo godono di pensioni d’anzianità di diverse migliaia di Euro

ed infine mantengono le onorificenze esattamente come se nulla fosse accaduto, l’onorificenza non gli è stata revocata né la pratica, è stata avviata.

Il loro nome, insieme a quello di migliaia di italiani benemeriti, compare negli elenchi tenuti «in continuo aggiornamento» dalla Presidenza della Repubblica.

Un Cavaliere del Lavoro è un uomo, dice la legge 194 del 1986, deve:

«aver tenuto una specchiata condotta civile e sociale» e

«non aver svolto né in Italia né all’estero attività economiche lesive dell’economia nazionale».

Eppure la procedura per indegnità è espressamente prevista.

«Incorre nella perdita dell’onorificenza l’insignito che se ne renda indegno», dicono le norme.

Ogni ordine potrebbe attivare autonomamente l’iter decisionale interno solo che, in realtà, tutti aspettano per prassi una condanna penale definitiva, con i tempi conseguenti (anche se non necessariamente l’indegnità è sinonimo di grave reato).

Alla fine scatta il decreto di revoca del Presidente della Re­pubblica.

Ma nella giungla delle benemerenze di Stato c’è di tutto, per esempio Roberto Calvi (Banco Ambrosiano), Cavaliere del lavoro e «Medaglia d’oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell’arte».

Ma è morto e ai morti i titoli non si revocano.

Cosa succede invece in paese anglofono?

Succede che Bernard Mardoff

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accusato per crac legati alla finanza creativa, in otto mesi è passato dalle stelle al­la “galera” ed è stato condannato a 150 anni di galera che potete scommetterci sconterà fino alla fine dei suoi giorni.

Da noi, invece, non solo questi processi dureranno decine d’anni, forse al momento in cui arriverà una condanna definitiva questi signori avranno un’età non più compatibile con la “galera” oppure con la loro salute che diventerà improvvisamente non compatibile.

Intanto gli verseremo la pensione d’oro e forse gli lasceremo anche le onorificenze…

Ma dove abbiamo la testa? Abbiamo dimenticato tutto? Ma dove abbiamo il coraggio per dire basta?

Boh! Ditemi voi la vostra…!

Io intanto vado a vomitare.

1) Anno domine 1963

•September 15, 2009 • Leave a Comment

Sono ancora qui, meno sereno e più incazzato di prima.

Ubi major minor cessat dicevano i latini e così sia dico io, però ne avrei anche un pò le scatole piene di dover sempre tacere di fronte a questo mondo prepotente.

L’anno domine all’incipit è il mio anno di nascita e di conseguenza la mia leva è il 1963, un anno particolare in cui il mondo ha vissuto eventi che hanno modificato la storia, per citarne solo alcuni:

La chiusura del carcere di massima sicurezza: Alcatraz

Il disastro del Vajont

La morte di papa Giovanni XXIII

L’assassinio di John Kennedy

Il discorso di Martin Luther King sui i diritti dell’uomo ” I have a dream”

Il discorso di Malcom X sui diritti dell’uomo “message to the grass roots”

Insieme a me, sotto una stella diversa nascevano:

Johnny Depp, Quentin Tarantino, Brad Pitt, Claudio Amendola, George Michael, Michael Jordan

Ma ecce homo, in un angolo di una modesta casa di una modesta via di una storica e “sfigata” città ( Pompei) nascevo anch’io!

Forse non ho ereditato il carisma e nemmeno il colore (grazie a Dio questa volta mi è andata bene!) di Martin Luther King e di Malcom X ma come loro rimango un sognatore ed un esternatore.

Esterno tutte le volte che vedo o ascolto cose che non vanno ed ultimamente queste sono per me un fardello molto pesante.

Soprattutto non mi va di soccombere sotto questo peso e vorrei anch’io gridare al mondo la mia.

Per questo motivo nasce oggi un nuovo blog che si chiama “I say” ovvero “Io dico” in inglese.

Se volete ascoltare quanto ho da dirvi e su come la penso su tanti argomenti di quotidiane incazzzature, leggetemi e chissà che anche voi non vi troviate a riflettere e magari a  condividere quanto vi dirò.

Sulle mura del mio blog la famosa scritta Hic sunt leones che anche  i miei predecessori altini apponevano sulle mure esterne delle città ai confini dell’Impero.

E tante altre parole in latino che potranno lascerà indifferenti alcuni, disorientati altri, edotti altri ancora.

Qualcosa di buono della nostra cultura latina rimane.

Ave!

2) Io dico, (I say) ovvero … Aisei – Tu che dici?

•August 27, 2009 • Leave a Comment

Il mio blog sull’Australia ha avuto uno sviluppo naturale quanto prevedibile, vista infatti la passione per la scrittura e le oltre 5000 visite contate dal mio precedente blog eccomi qui a cimentarmi con un nuovo progetto ovvero parlarvi di cose fastidiose, di cose trite e ritrite, di cose che una qualsiasi persona normale dovrebbe guardarsi bene dal rammentare per non rovinarsi la giornata, invece io noto testardo di pura razza “capatosta” insisto con il volerne parlare un po’ per placare la mia rabbia, un po’ per cercare una strada verso la luce in questi tempi bui.

HIC SUNT LEONES

I romani erano usi apporre sulle mura di difesa delle città di confine un cartello con tale scritta.

Il semplice significato era quello di avvertire o dare un monito a coloro che avevano voglia o ambizione di volersi spingere oltre i confini noti, verso le terre inesplorate, popolate da bestie feroci e barbari incolti.

Quindi in modo immaginario eccomi qui ad apporre questa scritta appena prima di oltrepassare il muro in questa esplorazione su terreni a me ignoti.

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TERRIBILIS EST LOCUS ISTE

Ma dal momento che qui parlerò anche di cose terribili, appena al di sotto del primo cartello apporrò anche questo…

Da dove comincio?

Bene, cominciamo con il dire che cercherò in base alle mie attuali credenze e convinzioni di essere bipartisan ovvero d’affrontare in modo apolitico, laico e agnostico ogni argomento.

Detto questo vi dico:

Oggi dalle parole di Berlusconi e Franceschini le solite cazzate che ci vengono propinate ormai da anni.BERLUSCONI3-300

Berlusconi che dice di essere senza dubbio il miglior presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni e di aver superato De Gasperi …

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Franceschini che dice invece che il Governo attenta alla democrazia e che viviamo in uno stato fascista.

Devo commentare?

Ma sì! Dunque il Berlusca si commenta da solo, se la canta e se la suona da solo, anche se tutto sommato sta dando buone lezioni di Governo, vedi piano casa, emergenza Abruzzo etc… è assolutamente fuoriluogo che uno si auto proclami pubblicamente il migliore, questo lo dobbiamo dire noi e proprio in questo caso mi viene proprio di dire che ha perso una buona ragione per tacere.

Franceschini, ormai suicidato politicamente come il suo predecessore Veltroni vive in un delirio di ansia da prestazione e vede il nemico dappertutto, ma per favore non diciamo che l’Italia è a rischio la democrazia, ve lo dico io che giro nelle strade e vedo quanta anarchia, disordine, e caos regna, qui semmai stiamo rischiando l’opposto! Se reputa invece a rischio la questione “stampa” a causa del recente battibecco tra Feltri de “Il giornale” ed il direttore del quotidiano cattolico “L’Avvenire” Dino Boffo, dico che stiamo parlando di aria fritta, stiamo rompendoci la testa con i soliti moralismi ed antimoralismi e soprattutto dovremmo liberarci molto volentieri di un falso moralista al quale piaceva lanciare il primo sasso pur non essendo propriamente senza peccato.STATO LAICO

Altra cosa importante dovremmo liberarci delle influenze vaticane e tutte le volte che la Chiesa esterna dovremmo limitarci a ricordar loro che l’Italia è uno Stato laico e pertanto non dovrebbe tenere conto di alcune prediche e soprattutto dei pulpiti dalle quali queste si levano.

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ALTRO FATTO DI CRONACA TRISTE  DI IERI.

A Biella una madre indigente impazzisce e uccide il figlio appena partorito.

Ma dove cavolo sono finiti gli assistenti sociali?

E’ possibile che sono tutti impegnati ad assistere rumeni, albanesi, africani?

E gli italiani?

Si sta verificando ormai da parecchio tempo che i diritti dei “non italiani” corrano su una corsia preferenziale mentre quelli degli “italiani” sono relegati quasi al ruolo di “capricci”.

Vi assicuro che all’estero non è così, in Australia ad esempio, gli “stranieri” con problemi non entrano nemmeno se piangono e se pagano i visti per entrare e poi s’ammalano o devono solo partorire pagano i servizi medici più cari dei residenti.

Discriminazioni? Forse… ma non scordiamoci che la poveretta di Biella forse qualche tassa l’ha pagata a questo stato e forse sarebbe stato lecito che qualunque l’aiutasse o no?

Tutto questo mentre le corsie d’ospedale sono piene di donne “non italiane” gravide che partoriscono ed i cui costi li paghiamo noi.

Oppure di pronto soccorso come quello di Biella letteralmente invasi da “non italiani” magari alcuni anche irregolari che vanno a farsi curare e medicare a spese nostre…

Ma perché avviene tutto questo?

Semplice, tra poco anche loro avranno il loro diritto di voto ed i nostri politici si guardano bene dal perdere eventuali futuri voti.

E con i pronto soccorso intasati dagli immigrati, noi che facciamo? Semplice andiamo in clinica privata oppure dal Dottore in visita privata e paghiamo ancora…

immigrati-ospedale

ED IO PAGO! Diceva Totò.

ed-io-pago

A me tutto questo disturba un po’, i diritti degli stranieri non dovrebbero essere ignorati ma è assolutamente scandaloso che vengano ignorati sistematicamente quelli degli italiani.

Meditate gente, meditate.

Io l’ho detta! Ora mi sento meglio!

COGITO ERGO SUM.