Ho appena cominciato a scrivere su questo nuovo blog e già mi sono rotto le scatole di parlare di politica e di cose che non vanno.
Forse perché le cose che non vanno sono miliardi e forse perché anche le mie parole volano esattamente come dicevano i latini… verba volant!
Scripta manent dicevano loro, ma le cose che scrivo, soprattutto quelle che non vanno, le denunce a questo paese di corrotti e magnaccia e raccomandati etc… mi lasciano esattamente al punto dal quale ero partito… fisicamente intendo, ovvero quando ho preso l’ottima decisione di venire in Australia.
Così ho deciso che forse è meglio scrivere cose diverse, cose che mi fanno meno male allo stomaco, insomma cose positive.
Ma come?! Positive? Mi sono spiazzato da solo! Sono sempre teso ed orientato nell’osservare criticamente le cose negative, ma non sono preparato a parlare di cose positive!
Forse non ci sono cose positive in Italia?
Ce ne sono, ma guarda caso riguardano casi isolati, riguardano più aspetti isolati e ristretti, mentre le cose negative le puoi riscontrare con maggiore facilità, in qualsiasi momento del giorno della notte, basta solo fare un giro a piedi o in auto per qualsiasi strada italiana, oppure basta seguire uno qualsiasi dei telegiornali e riguardano la collettività, la maggioranza, insomma come direbbe qualcuno rappresentano lo specchio della società.
Ed è proprio questo il problema, io non mi riconosco in questo specchio o meglio non mi riconosco in quello spaccato di società che i media vogliono spacciarci come realtà.
Preferisco pensare ad aspetti di vita privata votata ad esempio all’aiuto del prossimo, per esempio ai volontari della Croce Rossa o della Protezione Civile.
Preferisco pensare che oltre a questa massa informe di 1 milione di politici ladroni che usano oltre mezzo milione di auto blu, ci sono gruppi di persone che decisono di vivere in piccole comunità e producono per il solo sostentamento personale facendo attenzione a rivalutare territori abbandonati con scelte consapevolmente biocompatibili.
Già sapevo che nel Canavese (nord di Torino) esiste la comunità di Damanhur, della quale penso un gran bene, tranne che per alcuni aspetti diciamo “dubbi” sulla gestione patrimoniale degli averi dei mebri della comunità, averi che vengono “intestati” alla comunità e che vengono utilizzati esclusivamente dalla medesima.
Ciò che non sapevo è che ci sono altre comunità in talia che decidono di convivere, lavorando e vivendo di ciò che riescono a produrre, senza chiedere niente a nessuno adottando forme diverse di convivenza e socialità in forma laica diversa da quella de Damanhur che osservano un culto particolare per il quale hanno anche costruito un tempio sotterraneo gigantesco.
Molte di queste comunità non arrivano ai numeri della Damanhur ad esempio Nomadelfia (Grosseto) ed alcune sono piccolissime e contano solo 10 o 20 persone.
Aldilà delle dimensioni è bello sapere che si può vivere senza un’auto personale e senza un casa propria, ma invece condividere spazi comuni come cucine refettori, sale di proiezione, laboratori etc… passando il tempo a produrre in virtù delle proprie capacità fisiche e manuali senza per questo sentirsi inferiori o superiori a nessuno e percependo uno stipendio minimo uguale per tutti indipendentemente dal ruolo e dal lavoro svolto.
E’ bello sapere che queste persone vivono cercando di ingegnarsi a produrre rispettando l’ambiente e cercando di riciclare tutto dall’acqua ai residui organici alimentari e… umani.
Tutto questo condito dall’utilizzo di tecnologie biocompatibili che fanno uso di pannelli solari, fotovoltaici, concimi e pesticidi naturali.
Aldilà del biologico che sembra oggi diventata la frontiera tecnologica di ciò che un tempo rappresentava la normale metodica di coltivazione, c’è di buono che si può immaginare un mondo diverso, meno inquinato e più accogliente dove l’uomo non s’abbruttisce ed imbarbarisce nella quotidiana lotta che lo vuole vittima o carnefice, oppresso od oppressore, sopraffatto o soverchiatore.
Che bello sarebbe scoprire che un giorno ipotetico ed improbabile queste realtà diventassero la regola mentre i ladroni della Roma Caput Mundi rapresentassero l’eccezione.
Intanto v’invito a visitare il sito delle comunità italiane:
Chi scrive e riscrive